La qualità dell'acqua in bottiglia è migliore di quella del rubinetto?
Postato da Gino Paolini il 22/09/2018

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L'acqua in bottiglia è di buona qualità?

È luogo comune pensare che l'acqua in bottiglia sia più buona, più salubre e di miglior qualità rispetto all'acqua di rubinetto. Le analisi condotte su diversi marchi di acqua, così come alcune considerazioni sull'acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa, spinge a sovvertire tale considerazione, puntando l'attenzione su quanto sia più conveniente, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista del benessere complessivo, l'utilizzo di acqua domestica fornita dall'acquedotto pubblico.

Acqua in bottiglia: è davvero il meglio per la nostra salute?

Quando acquistiamo delle bottiglie d'acqua, pensiamo che ad una maggiore spesa in denaro debba corrispondere la garanzia di una maggiore qualità di quanto stiamo acquistando.

La realtà è ben diversa e a dimostrarlo ricordiamo l'ammonimento da parte della Commissione Europea all'Italia, la quale nel 2000, sosteneva che dovessero rientrare entro i limiti consentiti i valori delle sostanze tossiche, o non desiderate, che nelle acque minerali prodotte e commercializzate nella penisola risultavano troppo elevati. In realtà rispetto ad allora molto poco è cambiato.

Secondo la legge cui vengono sottoposte le acque minerali, non necessariamente i brand devono riferire in etichetta i valori di arsenico presente, che possono aggirarsi intorno ai 40/50 µg/l (microgrammi per litro).

Questa quantità è ben al di sopra di quella presente nelle acque che sgorgano dal rubinetto, il cui limite è imposto a 10 µg/l. A questa prima considerazione se ne aggiunge un'altra: le case produttrici di acqua non hanno limiti imposti nella presenza di alluminio, ferro e fluoruro, mentre per il manganese hanno una soglia massima di 2.000 µg/l.

Tali soglie sono tutte ben al di sopra di quelle previste per l'acqua domestica fornita dall'acquedotto pubblico, la quale, secondo la normativa, prevede un tetto massimo di 200 µg/l per alluminio e ferro, 50 µg/l per il manganese  e 1,5 µg/l per il fluoruro.

Da questi dati è evidente come il controllo sulle acque potabili del rubinetto sia più stringente e sicuro rispetto a quello imposto ai marchi che producono acqua imbottigliata.

L'acqua imbottigliata e l'ambiente.

È innegabile che il prezzo dell'acqua imbottigliata sia dalle 300 alle 1000 volte più costosa dell'acqua del rubinetto, così come è incontrovertibile la sua cattiva incidenza sull'ambiente circostante. La produzione di un chilo di plastica per le bottiglie necessita di quasi due chili di petrolio e di 17 chili di acqua.
La produzione in senso stretto disperde a sua volta quasi due chili e mezzo di anidride carbonica nell'aria, 25 grammi di ossido di zolfo, 40 di idrocarburi e 18 di monossido di carbonio.

A questo primo inquinamento si somma quello indispensabile per trasportare l'acqua imbottigliata dai luoghi di produzione a quelli di vendita: insomma, un circolo vizioso che non fa altro che danneggiare ulteriormente la nostra salute e l'ambiente che ci circonda.

Come difendere la propria salute.

Se è vero che l'acqua domestica che sgorga naturalmente dal rubinetto è molto controllata è anche vero che per disinfettarla a monte viene utilizzato il cloro, il quale, a lungo andare, come dimostrato da diversi studi scientifici, non è benefico per l'organismo.

Un purificatore d'acqua potrebbe essere la migliore soluzione sia in termini di qualità dell'acqua complessiva che di risparmio nel tempo. I purificatori d’acqua, infatti, grazie alle innovative tecnologie oggi disponibili, rimuovono efficacemente dall’acqua il cloro residuo, i cattivi sapori e le varie sostanze indesiderate, mantenendo inalterato il giusto equilibrio salino necessario all’organismo.

L’acqua prodotta, pura e di gusto gradevole, può essere utilizzata con tranquillità da tutta la famiglia ed è ottima per bere, cucinare, fare ghiaccio, thè, caffè, tisane, lavare la frutta e la verdura.